Business coaching

SAPER DIRE NO… AD UN NUOVO CLIENTE

sapere dire no… ad un potenziale cliente – La fermezza interiore – Nei giorni scorsi ho supportato un mio caro amico in una trattativa commerciale molto dura. Il mio amico Giosuè è titolare di una ditta edile e sta riavviando il suo business dopo un periodo di stallo. Premetto che essere imprenditori oggi significa essere dei combattenti, perché le difficoltà che il nostro sistema ha posto intorno all’attività imprenditoriale di piccole e medie dimensioni sono tali da rendere veramente difficile il sostegno e la crescita aziendale. Giosuè è un uomo d’azione e ogni giorno vive la sua giornata come se fosse al fronte. Gli operai da seguire, i fornitori da saldare, la documentazione amministrativa e burocratica da avere sempre in regola, la sicurezza sui cantieri con tutti i suoi vincoli e ovviamente i clienti da soddisfare. Nelle scorse settimane si è affacciata all’orizzonte la possibilità di effettuare lavori in un grande cantiere a Genova per conto di un importante gruppo industriale. Giosuè è andato subito in agitazione, perché consapevole delle difficoltà che sta attraversando, non voleva farsi certo sfuggire questa occasione. Abbiamo strutturato un’offerta commerciale che fosse sufficiente a coprire tutti i costi del cantiere, a lasciare un buon margine di profitto per l’azienda, specificando le nostre condizioni di pagamento. Sicuri del nostro lavoro abbiamo trasmesso la nostra proposta a questo gruppo industriale e subito e’ iniziato un pressing pesante su Giosuè. Questo nuovo potenziale cliente lo ha chiamato innumerevoli volte con diverse richieste: rivedere i prezzi (ovviamente al ribasso), i termini di pagamento e le condizioni che avevamo richiesto. Giosuè è entrato subito in agitazione per la paura di perdere questa commessa. Voleva rimodulare l’offerta riducendo drasticamente il margine dell’azienda e accettando termini di pagamento insostenibili. La sua ansia è aumentata notevolmente ma ho cercato di farlo rimanere fermo nella sua posizione. Purtroppo questo accade spessissimo nelle trattative commerciali dove i grandi gruppi, i grandi potenziali clienti, la fanno da padrone e dove i piccoli sono schiacciati e acconsentono a condizioni a volte inaccettabili pure di concludere l’affare. Tutto questo è sbagliatissimo, sotto tanti punti di vista e può causare sul medio lungo termine il fallimento di un’attività. Quando si determina un prezzo (vedi il mio precedente post IL MIO LISTINO PREZZI) ci sono due variabili fondamentali da valutare: Il valore che attribuisco a me stesso e al mio lavoro: se mi sottostimo è molto probabile che il mio listino sarà basso e che nelle trattative commerciali tenderò a svilirmi ed accettare tutto pur di concludere una vendita e guadagnare. Il prezzo medio del mercato: guardiamo la ns stretta concorrenza, cosa fa il ns vicino nello stesso settore, perché non sono i miei costi a determinare il prezzo del mio prodotto ma lo fa il mercato. La paura del futuro e l’ansia che ci genera la mancanza di certezza. Non ne sentirete parlare nei corsi di Business management ma se il mio bisogno di  sicurezza determina le mie scelte e’ probabile che saro’ molto piu’ insicuro e accettero’ condizioni anche sfavorevoli pur di avere la certezza dell’affare e del flusso di denaro collegato. Come sapete ritengo che il nostro mondo interiore sia la prima leva di sviluppo di un business ed e’ fondamentale non perdere mai l’attenzione sull’importanza di noi stessi e del valore del nostro lavoro.   Accettare condizioni di vendita che sentiamo dentro di noi non rispettarci, non valorizzarci è umiliante e dannoso per noi stessi in primis ma anche per il nostro lavoro. Ci si concentra solo sui soldi e non si vedono più tutte le conseguenze di queste scelte: ad esempio accettare un ambiente di lavoro insostenibile o un cliente insopportabile. La paura è sempre la stessa: “E’ Vale ma ho bisogno di soldi!” E così ci abbassiamo sempre di più, non sapendo che quando dico un NO, sto aprendo un SI a qualcos’altro che sta per arrivare. Per un imprenditore la paura di perdere un nuovo potenziale cliente è enorme e spesso la perdita di un cliente è associata ad un piccolo o grande fallimento. Non sono d’accordo. Farsi rispettare, rimanere fermi, dimostrare il proprio valore e la stima per se stessi sono un successo interiore importantissimo. Non ci si può vendere per denaro. Più ci prostriamo al denaro, più ne diventiamo schiavi ed il processo parte proprio dall’accettare condizioni sempre più svantaggiose per paura. Quando sono uscita dalla Ruota del Criceto una parte di me che aveva paura di non valere più nulla avrebbe accettato di tutto pur di poter di riprendere un ruolo professionale, poter dire io valgo e ricominciare a guadagnare. Ma non l’ho fatto. Ho vissuto la mia croce. Non è detto che per tutti sia così, ma il coraggio di sapere dire NO di fronte a richieste inaccettabili dona a tutti la stessa fiducia e libertà. Con affetto VALERIA LEOPARDI LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. Δ Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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SENTIRSI INADEGUATI

SENTIRSI INADEGUATI – Una maschera insidiosa – Qualche tempo fa ho scritto un post sul malessere del mattino (vedi  il post L’ANGOSCIA DEL MATTINO) e su come spesso, anzi forse sempre, la mattina mi salga l’angoscia prima di affrontare la giornata. Ogni giorno è una sfida e l’obiettivo come sempre è vincere! Ho iniziato a capire che c’era qualcosa che non andava in me, perché al mattino stavo male sia quando correvo nella ruota del criceto, sia anche dopo che ne ero uscita. Scendere dalla ruota del criceto può essere un processo graduale o più improvviso e traumatico, ma in entrambi i casi le illusioni in cui siamo stati immersi tutta la Vita non cessano di avere i loro effetti su di noi velocemente. Anzi tutt’altro. Quando iniziamo a prendere consapevolezza che eravamo lanciati a tutta velocità su una strada che ci allontanava da noi stessi, il nostro falso se’ inizia a scricchiolare per avere paura di essere scoperto. Inizia un periodo di grande malessere che ho descritto nel mio articolo SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO, ma è un passaggio obbligato. Dobbiamo prima ripulire quello che viene definito: LO SPECCHIO DEL FALSO SE’, ovvero attraversare il doloroso processo di liberazione dalle maschere che indossiamo per compiacere gli altri e per adattarci al nostro contesto sociale, rivelando invece il nostro vero sé. In sostanza, si tratta di smascherare e abbandonare le aspettative esterne che ci hanno portato alla creazione di un falso se’, una personalità artificiale, per riappropriarci della nostra autenticità e raggiungere la libertà interiore. Una delle mie maschere, molto nascosta, è quella di essere inadeguata, non all’altezza e sostanzialmente non capace. E’ un’immagine di me stessa molto insidiosa perché viene giustificata dalla società, anzi forse promossa e stimolata dalla società. Quando mi sento inadeguata sorrido a tutti, sono compiacente e molto gentile. A volte vado anche in soccorso degli altri, così da sentirmi finalmente più potente e superiore. CARLOS CASTANEDA: «Che cosa accadrà all’uomo che fugge per il terrore?»   DON JUAN: «Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un Uomo di Conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.» Tratto da GLI INSEGNAMENTI DI DON JUAN Oggi più nessuno viene stimolato a ‘combattere’ ad affrontare le proprie sfide, attraversare le proprie paure e così vincerle. Anzi tutt’altro dobbiamo sentirci sempre al sicuro da qualsiasi pericolo, protetti e melensamente coccolati. Come se il mondo fosse un posto per dormire o stare fermi. La nostra unica chiamata e’ quella evolutiva, realizzarci e liberarci! Tutto cio’ implica un continuo sforzo ed un combattimento interiore e di riflesso esteriore. Sentirsi inadeguati è un atto di grande codardia. Ti tiene fermo nel tuo bozzolo, nella tua zona di comfort e non ti permette di avanzare di un passo nella strada verso il tuo vero se’. Ti difende e ti protegge da un mondo percepito pericoloso e giudicante, che in realtà riflette solo i giudizi che tu hai verso te stesso. E così terrorizzante il processo di scoperta del tuo se’ autentico che piuttosto di tentare e avanzare sul tuo glorioso cammino, tu rimani fermo, tranquillo e sicuro, perché ti senti non all’altezza. Ecco a me è accaduto esattamente così. Ci ho messo un po’ a capire che queste erano tutte scuse e che in realtà la strada per la libertà è difficile ed in salita. Non si arriva alla libertà interiore parlando o solo leggendo libri di crescita personale, ci si arriva agendo, avendo il coraggio di provare, proprio quando abbiamo paura. Mostrando sé stessi in maniera autentica al mondo, dandosi il permesso di sbagliare e anche di fallire e per questo continuando ad amarsi e perdonarsi. Noi siamo i peggiori tiranni di noi stessi e piuttosto che aprirci al nostro giudizio rimaniamo fermi e tranquilli, ripetendo passi di un cammino che conosciamo e sul quale ci misuriamo come pecore. Un cammino scritto per noi da altri, non avendo noi il coraggio di trovare il nostro. Ho visto tutto questo dentro di me, ho visto come la voce del mio tiranno interiore fosse la voce di mio padre, di mio nonno, dei miei professori e dei miei amici che da bambina mi prendevano in giro. Ho ascoltato le loro voci e dal profondo del mio cuore mi sono perdonata e amata, per aver fallito, per essere caduta, per non essere stata perfetta, per essere stata derisa e anche umiliata. Ma adesso è arrivato per me il momento di rialzarmi, di non sentirmi più comodamente inadeguata e di mostrare il mio vero se’ al mondo. Auguro a te di iniziare a fare lo stesso. Con affetto VALERIA LEOPARDI LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. Δ Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL DIO DENARO

IL DIO DENARO – E la paura della poverta’ – Uno degli ostacoli maggiori che ho avuto quando ho deciso di uscire dalla ruota del criceto è stata l’enorme paura di non riuscire a farcela economicamente. L’angoscia di non sapere come affrontare il futuro, la paura di non farcela a sostenermi sono stati i pilastri della mia schiavitù. La paura di rimanere senza denaro è micidiale. Ti tiene in ostaggio nel tuo lavoro anche quando non ne puoi più perché  il denaro è la tua ancora di salvezza. Ti da’ la sicurezza che potrai sopravvivere acquistando ciò di cui hai bisogno. Ricordo di non essere stata così da ragazza. Questa paura e’ cresciuta con me negli anni, lavoro dopo lavoro,  finche’, senza accorgermene,  il denaro e’ diventato il mio DIO. Si il DIO della mia sicurezza. Ero attaccata al mio lavoro come un bambino può essere attaccato alla tetta della mamma. Il mio stipendio era il mio nutrimento e perderlo sarebbe stato come morire. Mi sentivo isolata, lottavo in uno sforzo continuo per essere prestante ed efficiente, cercavo di rispondere a tutte le richieste che mi arrivavano e di non fare mai errori. Di essere sempre professionale e intelligente. E tutto questo per paura. Quando ero in ufficio, dentro di me sentivo solo questa pressione, questa ansia continua a fare sempre bene ma non ne capivo il motivo profondo. Più aumentava la paura della perdita del lavoro e più io ne diventavo schiava, fintanto che non ne ho potuto più e ho mollato la presa. Vedi il mio precedente post E SE PERDO IL LAVORO. Sono uscita dalla ruota del criceto a Novembre del 2023 e da allora ancora non ho un lavoro stabile. Come un drogato che smette di farsi anche io ho avuto bisogno di smettere di lavorare e affrontare la mia crisi d’astinenza. E sono ancora in fase di disintossicazione. Negli ultimi mesi ho ricevuto alcune proposte di lavoro. La scorsa settimana una importante, che mi ha fatto stare molto male. Qualsiasi altra persona al mio posto avrebbe accettato su due piedi, ed io sono stata molto molto tentata. Una parte di me voleva riprendere il ruolo, la carriera, il lavoro ed il compenso a tutti i costi per sentirsi più sicura, un’altra era terrorizzata perché sapeva che avrebbe perso la libertà conquistata. Il conflitto interiore è stato fortissimo, è stato come rimettere la cocaina sotto gli occhi di un ex-tossico dipendente. Alla fine ho rifiutato e di nuovo la paura della mancanza di denaro è venuta a trovarmi. Mi sono sentita nuovamente spaventata ed isolata. La libertà non può essere trovata nella comfort zone, ne’ nella sicurezza. La libertà non si trova in ufficio, nella casa o nella macchina nuova. La libertà va di pari passi con l’incertezza e con la capacità di fidarsi della Vita. Il denaro è diventato il nostro DIO perché’ in lui riponiamo tutte la nostra Fede. La promessa di sicurezza e stabilità a cui ci attacchiamo con tutti noi stessi e che la Società sostiene in ogni angolo del nostro percorso rendendoci per questo sempre più schiavi. Meno denaro circola, più paura abbiamo, più ci attacchiamo al lavoro e più ne diventiamo schiavi. La vera libertà è uno stato interiore, significa soprattutto essere liberi dalla paura. VUELLE   LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO

SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO – Cosa accade dopo? – Ho trascorso circa 50anni ad inseguire obiettivi. Si inizia presto a correre nella ruota del criceto. Il meccanismo è così radicato che è impensabile pensare ad un modo di vivere differente, almeno qui in Occidente e sicuramente qui in Italia. La corsa inizia da subito, da bambini. Si inizia a correre per essere bravi e buoni a casa, per prendere bei voti a scuola, per riuscire nello sport. E così via in una corsa senza fine all’inseguimento del successo, di un titolo di studio, di un certificato, del lavoro e del successo. La spinta è una ed una sola essere apprezzati, approvati e in fondo amati. Siamo figli dei nostri genitori che a loro volta hanno corso e forse corrono ancora nella stessa ruota.  Dato che apprendiamo per modelli in fondo abbiamo ricevuto solo quello che loro conoscevano e sapevano fare. E così chissà da quante generazioni. Sicuramente c’è stato un tempo in cui la ruota non girava o almeno non così velocemente. La verità è ben diversa ma è così spaventosa che nessuno osa fermarsi a riflettere. Insomma dopo aver trascorso quasi 50anni a correre la Vita è venuta in mio aiuto e mi ha spinto a fermarmi. Ed è stato come morire.  Qualcuno credo si suicidi veramente. Fortunatamente mi sono aggrappata a chi in passato ha percorso questo cammino prima di me, persone di fede che hanno lasciato testi importanti. Pensavo veramente di impazzire ma di una cosa ero sicura non potevo più tornare indietro. E’ così,  quando si esce dalla ruota e la si osserva con un po’ di distacco se ne vede tutta la follia e non si è più disposti a tornare indietro. Si ma cosa accade dopo? Vivere inseguendo dei risultati e degli obiettivi è un metodo che ci fa sentire sicuri e ci fa sentire parte della società umana in cui viviamo.  Soprattutto ci anestetizza da un vuoto esistenziale che emerge appena ci fermiamo e che è molto doloroso. Su questo vedi il mio post E SE PERDO IL LAVORO. Il senso di appartenza è collegato alla nostra sopravvivenza, per cui se tutti fanno così non può che essere così. La verità è ben altra ed il malessere interiore che proviamo ne è un chiaro sintomo. E poi in fondo siamo tutti consapevoli che questo modo di vivere è perverso, forse un inganno diabolico. Basta guardarsi intorno. La prima cosa che accade quando si scende dalla ruota del criceto è dover affrontare le nostre più grandi paure. La paura dell’ignoto, la paura della povertà, il senso di impotenza dovuto alla perdita del lavoro e del ruolo professionale e abbracciare l’incertezza…. Insomma tutto quello che abbiamo evitato per una Vita intera e da cui la società ci tiene lontani distraendoci in ogni modo. Per molti tutto questo emerge con l’arrivo della pensione o con la perdita del lavoro, per altri molto prima. Per evitare il malessere si ricorre a distrazioni di ogni tipo, in primis il cellulare, le chat, i social… poi se non basta piu’ alcol e perfino droghe. In questa fase si può ricorrere all’aiuto di un terapeuta, ma forse non basta. La chiamata e la prova sono del tutto personali, come sono personalissime le nostre paure. Ma una cosa è certa emergeranno ed è per questo che io definisco questo cammino, il cammino dell’eroe. In passato questo periodo veniva definito la NOTTE BUIA DELL’ANIMA, un periodo in cui cadono le certezze ed i pilastri su cui si è costruita la propria vita e si affronta il vuoto. Personalmente ho tentato fino alla fine di evitare di attraversare questo percorso, ma la Vita mi ha portato lì e ho percepito chiaramente la spinta della Vita che voleva farmelo affrontare. E’ stato come cadere in un burrone, con me che mi agitavo per rimanere aggrappata e non cadere. Ho mollato il lavoro, il ruolo professionale, il paese che amavo, la casa dove abitavo, i miei amici… e mi sono trovata sola con me stessa. Scoprire che non ero la persona che mostravo al mondo, che indossavo una bella maschera per essere conforme al ruolo e all’immagine che volevo dare al mondo, non è stato facile.  Ma la mia maschera lentamente si è rotta e finalmente sta emergendo la mia vera me, le mie aspirazioni autentiche, i miei bisogni veri ed il messaggio che voglio dare al mondo. È un processo graduale e lento. Si iniziano ad avvertire dei momenti di benessere non collegati a risultati particolari, una sorta di pace che in realtà rispecchia la pace fatta con sé stessi. Si allenta la presa e non ci si giudica più cosi duramente. Ci si osserva di più, si è più benevolenti con sé stessi e di conseguenza anche con gli altri. Non ci si danno obiettivi pressanti, le preoccupazioni si allentano ed in generale ci si rilassa. Forse e’ questa la fede vera, sapere che qualcun penserà a te. Le cose piccole diventano importanti. Ci si dedica del tempo. Ecco in questo stato anche il lavoro cambia. Fare qualcosa che non si ama fare è impossibile perché e’ impossibile fare del male a sé stessi. Insomma tutto cambia perché sei cambiato tu. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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E SE PERDO IL LAVORO?

E SE PERDO IL LAVORO? – Mollare la presa – Il timore di perdere il lavoro genera una paura pazzesca. Gran parte della nostra sicurezza e’ legata al lavoro. L’idea di non avere più lo stipendio apre scenari di terrore su cui ognuno esprime al meglio le proprie preoccupazioni e nefaste fantasie. Ed in questo periodo di incertezza dilagante credo che sia una situazione di ansia molto diffusa. La nostra sicurezza è minata alla base perché’ il lavoro non solo ci dà la nostra (falsa) identità vedi il mio precedente post che facciamo oggi ma ci dà anche la sicurezza legata al denaro.   Quando ero dipendente di un importante gruppo energetico ero attaccatissima al mio lavoro. Gran parte del mio valore era collegato al mio lavoro e all’etichetta di Manager che mi ero appiccicata addosso. Ero super performante e ultra esigente con me stessa ed i miei collaboratori. Volevo riuscire a tutti i costi e dentro di me c’era una forte e continua tensione al perfezionismo. Non accettavo ne’ i miei errori ne’ tantomeno quelli dei miei collaboratori. Tutto questo all’esterno mi faceva apparire come una seria professionista e un’ottima manager ma al mio interno la storia era tutt’altra. Ho impiegato anni a capire la verità che si nascondeva dentro di me. Un primo segnale della realtà arrivò quando la proprietà dell’azienda decise di vendere le sue quote ad un altro gruppo. E se perdo il lavoro? Di fronte a questa possibilità mi sentivo completamente impotente e spaventata. Avevo una gran paura.  Vivevo costantemente nella paura di fare brutta figura, di sbagliare, di non essere sufficientemente preparata, che qualcuno si accorgesse delle mie fragilità e in fondo che scoprisse che non ero IO la persona che mostravo di essere. Inconsciamente stavo interpretavo un ruolo e temevo di essere scoperta. Forse era semplice da capire, ma io facevo di tutto per evitare questa verità. Percepivo questo senso di insoddisfazione e scontentezza costante dentro di me. La paura di perdere il controllo della mia Vita e delle mie finanze mi ha portato a fare scelte che non avrei mai fatto. Ero una schiava, ben remunerata ma pur sempre una schiava. Quando questo malessere è divenuto insostenibile e con enorme fatica ho mollato la presa e sono finita nel vuoto del fare, (vedi il mio post Liberta’ e lavoro) sono emerse tutte le mie paure più profonde e con loro anche la Verità. “LA VERITA’ VI RENDE LIBERI” .. e aggiungo vi terrorizzera’. Quanto è vero. Ho sempre avuto il controllo supremo sulle mie finanze e sul denaro. Facevo budget,  piani di cassa, analisi finanziarie e chi più ne ha più ne metta. Pensavo che il flusso di denaro fosse il frutto di una formula matematica come avevo imparato all’Università e come puntualmente applicavo nel mio lavoro. Non c’erano incertezze, né imprevisti. Io ero al controllo dei miei conti, ero il Dio delle mie Finanze. Ho scoperto (finalmente) che questa è un’illusione. Per quanto possiamo sforzarci di tenere il controllo, di essere performanti, di lottare per sopravvivere né il denaro né il successo dipendono da noi. Anzi più ci irrigidiamo ed esercitiamo questo illusorio senso controllo più ostacoliamo la nostra crescita personale e finanziaria. Entrambe vanno di pari passo. Anche il denaro è frutto dell’amore verso noi stessi, della cura che mettiamo nella nostra attività e in ciò che amiamo fare. Il denaro è il risultato del nostro impegno autentico, dei nostri piccoli passi quotidiani, di come reagiamo di fronte ai problemi quotidiani, dell’accettazione delle sfide anziché del loro rifiuto e dell’assoluta assenza di attaccamento al risultato. Esattamente l’opposto di ciò che ci viene insegnato, praticato e comunicato tutti i giorni da tutti. Scegliere coraggiosamente il lavoro che ti interessa, coltivare ciò che ti appassiona è una scelta di amore verso te stesso. E l’amore per te stesso, l’ascolto dei tuoi bisogni profondi è l’inizio di ogni libertà, del non giudizio e della fine delle proprie paure. Con affetto Valeria Precedente 4 Comments Roberto Marucchi25/02/2025 at 7:42 PM | Edit E se il denaro in realtà ci arrivasse per portare avanti una mission che ci è stata assegnata? Forse, come è successo a te, ci sono delle fasi nella vita durante le quali ci troviamo a guadagnare pur non avendo ancora imboccato la strada giusta, preparando inconsapevolmente il terreno per qualcosa di più aderente alla nostra vera essenza. Quelle esperienze lavorative ( e non solo lavorative ) ci appariranno un giorno le uniche che avrebbero potuto farci diventare chi siamo oggi Rispondi admin26/02/2025 at 7:40 AM | Edit Grazie Roberto ❤️. La mission non compare subito all’orizzonte ma la si trova passo dopo passo seguendo i propri bisogni autentici. Si inizia ascoltando se stessi profondamente. Rispondi Giuliana Rinaldo25/02/2025 at 11:11 AM | Edit Ciao carissima mi è piaciuto molto il tuo articolo e condivido pienamente quello che hai scritto….a volte le paure ci possono condizionare , ma poi dentro si accende una luce che ti guida e ti dà la spinta x riconoscere i nostri veri bisogni e allora ti metti in gioco e vedi che puoi farcela . È successo anche a me , lavoravo in un grande studio di design e un giorno l’azienda decide di chiudere, un paio di architetti mi hanno offerto di lavorare x loro, questo voleva dire fare la schiavetta,lavorare con orari indecenti x una paga mensile misera….mi sono detta ,per guadagnare quello stipendio quanto avrei dovuto fare??? Mi sono detta che x quanto male mi fosse andata quella cifra potevo guadagnarermela ,senza problemi….. Qui è scattata la molla ho deciso di lavorare da sola….la azienda (dal momento che tutti avevano abbandonato la nave che affondava)mi ha offerto di gestire il magazzino e ho tenuto aperto il negozio abbinato allo studio. È stata la mia fortuna….potevo solo fare fuori le giacenze ,ma in quella situazione ho conosciuto i miei primi clienti, potevo attingere alla produzione ma allo stesso tempo potevo progettare per i nuovi clienti . Quello che mancava lo avrei fatto fare dai miei fornitori su misura . Così

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E TU DI COSA TI OCCUPI?

E TU DI COSA TI OCCUPI? – Il senso di importanza personale – Ho sempre lavorato in azienda ed è sempre stato fondamentale il mio ruolo professionale. Un titolo, una professione in cui riconoscermi. Quando incontro nuove persone, una delle primissime domande che ricevo è: e tu, di che ti occupi? In passato di fronte a questa domanda potevo rispondere con tranquillità: Sono il Responsabile Amministrativo di questa azienda, ho il mio studio commerciale… Mi occupo di Finanza Aziendale. Avere queste risposte pronte mi dava una grande sicurezza e mi faceva sentire bene. Il mio Ego si gonfiava e mi sentivo superiore a tante persone. Non avevo percepito dentro di me quanto il mio senso di importanza personale fosse legato al mio ruolo professionale. Così quando ho deciso di ‘mollare’ non sapevo bene cosa mi aspettasse. E come sempre l’ho scoperto sulla mia pelle. Il senso di importanza personale è collegato a qualsiasi cosa ti faccia sentire importante. Può essere il lavoro, come nel mio caso, il tuo sport, la tua casa, la tua macchina o i tuoi viaggi per il mondo. Capisci che è qualcosa che ti rende sicuro e puoi riconoscerlo perché ti fa sentire superiore agli altri e quando inizi a distaccartene stai male. E come una droga di cui, non puoi fare a meno, ne vorrai sempre di più. Se il tuo ruolo professionale fornisce il tuo senso di importanza personale, vorrai essere sempre più importante nella tua azienda e guadagnare sempre di più. Se è la tua auto ne vorrai una migliore e più nuova, sempre più all’avanguardia e appariscente. Tutto ciò che ti procura sicurezza in realtà ti schiavizza, perché non puoi farne a meno. Quando te ne allontani (o ci provi) emergono un mondo di insicurezze, un mondo che rimane ben sommerso dall’etichetta che ti sei messo addosso. In realtà siamo tutti in fuga, in fuga da noi stessi e dalle nostre paure, anche se non ce ne rendiamo conto. In fondo preferiamo correre e correre, piuttosto che vedere cosa emerge da dentro di noi. Tutto è tremendamente importante e urgente. Inseguiamo dei risultati che forse non arriveranno mai, e quando anche li raggiungiamo, dopo poco, la soddisfazione provata svanirà e inizieremo di nuovo a inseguirne altri. Un altro lavoro, un’altra macchina, un’altra vacanza… La frenesia quotidiana è il sintomo di quanto vogliamo fuggire e l’ansia è il segnale che percepiamo di non poter più continuare a fuggire da noi stessi. Perché fermarci ci fa così tanta paura? Per quanto mi riguarda quando mi sono concessa di fermarmi ho realizzato che la Vita che avevo scelto non era affatto giusta per me. Ero convinta che lo fosse! Ma non era vero. Se mi fossi amata e mi fossi ascoltata profondamente, come sto iniziando a fare, l’avrei capito prima. Ma per arrivarci ho dovuto affrontare il vuoto (vedi il precedente post la liberta’ nel lavoro ). La mia immagine era quella voluta dai miei genitori. Non ne ero cosciente, percepivo solo un senso sotterraneo di insoddisfazione o di noia,  soffrivo non sapendo perché, e correvo nella ruota del criceto per non sentire questa sofferenza. Ancora oggi a volte ricado in questo meccanismo, e quando mi chiedono di cosa ti occupi tendo ad ingigantire la mia immagine o ciò di cui mi occupo, ma sto migliorando e inizio a rispondere la verità. Amo sostenere la crescita nel lavoro dei miei amici e questo mi rende felice. Non mi giudico più e ho preso anche la sana abitudine di non paragonarmi più agli altri. Quando sono onesta con me stessa e autentica nei miei veri bisogni non mi manca nulla, sono soddisfatta e ferma nelle mie scelte. Mi sento sicura e so che sto percorrendo la strada giusta. A quel punto i risultati non mi interessano più, ma solo di godermi il viaggio. Auguro anche a te di trovare la forza di ascoltarti con benevolenza e  di affrontare con coraggio le tue paure che emergono  quando ti concedi la liberta’ di fermarti. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL POTERE TRASFORMATIVO DELLA CREATIVITA’

IL POTERE TRASFORMATIVO DELLA CREATIVITA’ – Il mio incontro con Manuela – Chi conosce la mia storia sa che vengo dal mondo freddo, rigido, organizzato e iper-competitivo della Finanza e dell’Amministrazione d’azienda. In questi giorni al mercatino di Artena sto avendo il piacere di conoscere personalmente molti di voi artigiani, hobbisti e creativi e di immergermi in un ambiente completamente diverso: un mondo colorato e accogliente fatto di artigiani, hobbisti e creativi. Qui sto scoprendo il potere trasformativo della creatività, che si esprime attraverso le connessioni umane e l’autenticità delle vostre creazioni fatte a mano. La scorsa settimana ho conosciuto Manuela, una bellissima donna, solare, sorridente e piena di energia che in pochissimi minuti mi ha trasmesso tutto il suo coraggio e la sua voglia di vivere. Manuela è una hobbista e da qualche tempo dipinge i sassi e fa dei lavori di pittura e composizione con i sassi. Anche se non me ne ha parlato apertamente ho capito che Manuela ha una storia difficile alle spalle e che con forza ne è uscita. E’ arrivata piena di scatole pesanti, ma non si è arresa ed ha allestito la sua bellissima cantina. Ci siamo presentate e abbiamo iniziato a chiacchierare. Poi mi ha colpito al cuore con ciò che mi ha detto: ‘ Sai Vale, ho iniziato a dipingere i sassi per gioco, ma adesso non posso farne più a meno perché questa è una Cura per l’Anima’.  Nonostante le difficoltà, ha trovato nella sua arte un modo per esprimersi e superare le sfide della vita. Immergersi nel proprio mondo creativo è una strada fondamentale da percorrere, anche in un contesto dove il globalismo spesso soffoca i nostri bisogni autentici. Noi ci impegniamo a sostenere gli artigiani e i creativi, ci stiamo impegnando per questo, stiamo migliorando il nostro progetto e non molleremo. Il 2025 sarà un anno importante, in cui inizieremo a raccogliere i frutti del nostro lavoro collettivo. Rimaniamo uniti in questo percorso, per il nostro benessere e per costruire insieme un futuro più autentico. Buon Anno Nuovo!! Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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BASTA, IO MOLLO!

BASTA, IO MOLLO! – E dove vai? – Spesso negli ultimi tempi tra le mie amiche nei momenti di scoraggiamento serpeggia la frase: “Sai Vale sono proprio stanca e scoraggiata, basta io mollo!” Di fronte a questa affermazione la mia risposta e’ sempre la stessa: e poi dove vai? Se hai una piccola attività in proprio devi fronteggiare molte difficoltà, l’impegno e’ totale e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Per questo definisco gli imprenditori di oggi come degli eroi e maggiormente se sono piccoli imprenditori, titolari di P.IVA o anche hobbisti. In una situazione economica così complessa l’unica motivazione trainante che ci spinge a proseguire nel lavoro è fare ciò che amiamo fare. Se molliamo il nostro sogno, il nostro progetto la nostra unica alternativa sarà lavorare per qualcun altro, entrare in una routine piuttosto avvilente e a lungo andare saremo inariditi. L’Economia del Cuore si basa proprio questo: seguire le nostre passioni, con dedizione, impegno e tanta pazienza. E’ fondamentale collaborare, fare gruppo per darsi la spinta a vicenda ed abbassare il nostro livello di pretese di risultato Come ho gia’ scritto nel precedente post IL SOSTEGNO sostenersi reciprocamente nel lavoro e’ fondamentale, soprattutto in questo periodo storico e soprattutto se si condividono le stesse scelte lavorative. Non c’e’ un’alternativa.  La competizione non premia nessuno, solo i grandi gruppi che dominano l’economia che crescono sul nostro individualismo. Poiche’ non siamo stati educati nel mondo del lavoro a sostenerci, sono convinta che siano le donne le artefici di un possibile cambiamento economico. Le donne sono naturalmente piu’ predisposte alla cooperazione, all’ascolto e alla pazienza. Ne e’ un esempio quanto e’ accaduto ieri al Mercato dell’artigianato di Artena. Ha piovuto praticamente tutto il giorno e alcune partecipanti non hanno venduto nulla, si sono molto scoraggiate e volevano mollare. E’ stato il gruppo di artigiane stesse a sostenerle, dando coraggio e fiducia. Un gruppo di chi condivide le tue sorti lavorative e’ la maggior ricchezza che puoi trovare in questo periodo storico. Forse nessuno te lo ha fatto mai notare chiaramente ma la forza del gruppo  e’  un altro potere nascosto che abbiamo perso, ci rende molto piu’ forti e meno schiavi del sistema. L’isolamento non e’ naturale anzi e’ dannoso anche da un punto di vista di crescita lavorativa. Quindi non mollare ma chiedi sostegno. Trova chi come te e’ sullo stesso percorso, conosce cosa stai fronteggiando e fatti prendere per mano. Ridurre le pretese e sviluppare la pazienza sono ‘armi’ interiori che ti manterranno sulla tua rotta, quella del tuo Cuore. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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LA TUA CREATIVITA’ NON E’ IN VENDITA

LA TUA CREATIVITA’ NON E’ IN VENDITA – E neanche tu! – I giorni scorsi ho incontrato la mia amica artigiana Barbara e con lei abbiamo discusso della difficoltà di definire i prezzi ai propri prodotti e di cosa implichi a livello interiore fare un listino. Il valore di sé è un tema molto sentito. È ricorrente soprattutto tra le donne, ne ho già parlato nel mio precedente post IL TUO LISTINO PREZZI, e quando si tratta di fare un lavoro creativo come quello dell’artigiano coniugare passione e guadagno spesso è difficile. Questo nodo non è così evidente fin quando dobbiamo apporre la fatidica etichetta sul nostro prodotto con scritto l’importo. Perché siamo così timorosi di mostrare i nostri prezzi? Che cosa si nasconde dietro la nostra insicurezza? Il tema è centrale ed è quello del valore di sé. C’è un binomio nascosto che emerge con il prezzo ed è: “io valgo se il mio prodotto è valido.” che implica: se il mio prodotto non è ben fatto, non è al top e non è apprezzato io non valgo. Trasferiamo il valore di noi stessi nel prodotto che realizziamo e se siamo alle prime armi ciò ci rende tremendamente insicuri. In alcuni casi potrebbe addirittura bloccarci nel nostro processo di crescita creativo. La creatività di questi tempi è una risorsa preziosissima, perché tutto il mondo del lavoro tende ad uniformarsi sempre di più, ad essere sempre più proceduralizzato e burocratico, guidato da grandissimi gruppi e sistemi preconfezionati. Nel mondo del lavoro ci sono dei binari già segnati e definiti, che noi possiamo percorrere solo seguendoli. Nessun passo al di fuori è più consentito e noi ci incanaliamo su sentieri decisi da altri. Ma la nostra creatività è il nostro sfogo. Dà spazio al nostro mondo interiore che ci spinge a creare e a condividere con gli altri. Ecco questa dimensione naturale si manifesta nei lavori artigianali, piccoli o grandi, purché siano fatti con il cuore e non abbiano come obiettivo il denaro, ma il fare per il gusto di fare. Perché mentre io realizzo la mia creazione sono nel mio spazio sacro che nessuno può disturbare e finalmente mi sento libero. Questo processo creativo così liberatorio viene intaccato quando il perfezionismo mi spinge a vedere e rivedere la mia creazione e non esserne mai soddisfatto, o quando il guadagno diventa il mio obiettivo principale. Se ciò accade sono uscito dal mio flusso creativo autentico e sono entrato nella ricerca del risultato che mi allontana da me stesso o dalla mia realizzazione. La tua creatività non è in vendita perché non hai bisogno dell’approvazione altrui né di ricevere denaro per confermare che tu vali. Crea ciò che ami per il gusto di farlo seguendo la tua passione e passo dopo passo ti avvicinerai te stesso e sarai più libero. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL GIOCO DI SQUADRA

IL GIOCO DI SQUADRA – La mia storia con Tiziana – Ho già pubblicato un post sulla forza del gruppo. Ripropongo oggi questa tematica che e’ fondamentale per chi sta avviando o gia’ sta svolgendo un lavoro in proprio, piccolo o grande che sia e lo e’ quindi anche per me. La situazione economica attuale è così complessa e gli aspetti di cui tenere conto sono cosi numerosi che è fondamentale lavorare in squadra e non correre da soli. Anche se il modello economico che ci propongono è il carrierismo, la corsa al risultato e la competizione è totalmente vero il contrario. Chi vuole avere un’attività sana e di successo (del successo parlerò nel mio prossimo post) deve attraversare un varco interiore spesso dominato dalla sfiducia e aprirsi alla collaborazione. Cosa che implica nuovamente un percorso interiore. Aprirsi alla collaborazione può venire naturale e ciò accade più frequentemente alle donne ma in alcuni casi può essere molto, ma molto difficile, soprattutto se in passato siamo stati traditi o feriti o addirittura derubati. La collaborazione che sarebbe un atteggiamento naturale è diventata qualcosa di molto difficile da ottenere e realizzare, perché si pensa al proprio tornaconto personale, si è persa la visione d’insieme, del lavoro di gruppo. Personalmente posso testimoniare che le attività di successo sono quelle in cui questa collaborazione è evidente (vedi il mio post la storia di Massimiliano e Simona) e tutti gli imprenditori di successo sostengono apertamente che la squadra e’ tutto, e’ il pilastro su cui basare la propria attività. La strada anche in questo caso e’ univoca ed e’ anzitutto interiore. L’isolamento, il contare solo su se stessi produce degli sforzi enormi, frustrazione e un’ansia da risultato incredibile. Si passa da momenti in cui ci si sente dei super-eroi a momenti in cui si apre il baratro della disistima. Nel mio percorso lavorativo sono stata molto chiusa e ho avuto molta sfiducia nel prossimo, avevo addosso una pressione da risultato incredibile ma quando ho iniziato ad aprirmi e a mostrare le mie difficoltà e soprattutto quando finalmente sono riuscita a chiedere un supporto ho incontrato collaboratori splendidi che mi hanno aiutato. Nella collaborazione sincera ci si sono sostiene e la forza del singolo si moltiplica. I collaboratori della nuova economia sono persone che condividono i tuoi valori, contribuiscono alla mission del tuo progetto, la sentono loro, capiscono le tue difficoltà e le tue ferite. Sono molto più che meri esecutori o consulenti o dipendenti. Sono compagni di viaggio a cui dare la tua massima fiducia e con cui condividere i risultati ottenuti. Sono molto fortunata di aver incontrato Tiziana con cui sto organizzando il mercatino di Natale, e sono convinta che se continuerò ad aprirmi troverò altri professionisti con cui condividere il mio percorso. Auguro lo stesso anche a te. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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