Dalla critica alla crescita

SENTIRSI INADEGUATI

SENTIRSI INADEGUATI – Una maschera insidiosa – Qualche tempo fa ho scritto un post sul malessere del mattino (vedi  il post L’ANGOSCIA DEL MATTINO) e su come spesso, anzi forse sempre, la mattina mi salga l’angoscia prima di affrontare la giornata. Ogni giorno è una sfida e l’obiettivo come sempre è vincere! Ho iniziato a capire che c’era qualcosa che non andava in me, perché al mattino stavo male sia quando correvo nella ruota del criceto, sia anche dopo che ne ero uscita. Scendere dalla ruota del criceto può essere un processo graduale o più improvviso e traumatico, ma in entrambi i casi le illusioni in cui siamo stati immersi tutta la Vita non cessano di avere i loro effetti su di noi velocemente. Anzi tutt’altro. Quando iniziamo a prendere consapevolezza che eravamo lanciati a tutta velocità su una strada che ci allontanava da noi stessi, il nostro falso se’ inizia a scricchiolare per avere paura di essere scoperto. Inizia un periodo di grande malessere che ho descritto nel mio articolo SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO, ma è un passaggio obbligato. Dobbiamo prima ripulire quello che viene definito: LO SPECCHIO DEL FALSO SE’, ovvero attraversare il doloroso processo di liberazione dalle maschere che indossiamo per compiacere gli altri e per adattarci al nostro contesto sociale, rivelando invece il nostro vero sé. In sostanza, si tratta di smascherare e abbandonare le aspettative esterne che ci hanno portato alla creazione di un falso se’, una personalità artificiale, per riappropriarci della nostra autenticità e raggiungere la libertà interiore. Una delle mie maschere, molto nascosta, è quella di essere inadeguata, non all’altezza e sostanzialmente non capace. E’ un’immagine di me stessa molto insidiosa perché viene giustificata dalla società, anzi forse promossa e stimolata dalla società. Quando mi sento inadeguata sorrido a tutti, sono compiacente e molto gentile. A volte vado anche in soccorso degli altri, così da sentirmi finalmente più potente e superiore. CARLOS CASTANEDA: «Che cosa accadrà all’uomo che fugge per il terrore?»   DON JUAN: «Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un Uomo di Conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.» Tratto da GLI INSEGNAMENTI DI DON JUAN Oggi più nessuno viene stimolato a ‘combattere’ ad affrontare le proprie sfide, attraversare le proprie paure e così vincerle. Anzi tutt’altro dobbiamo sentirci sempre al sicuro da qualsiasi pericolo, protetti e melensamente coccolati. Come se il mondo fosse un posto per dormire o stare fermi. La nostra unica chiamata e’ quella evolutiva, realizzarci e liberarci! Tutto cio’ implica un continuo sforzo ed un combattimento interiore e di riflesso esteriore. Sentirsi inadeguati è un atto di grande codardia. Ti tiene fermo nel tuo bozzolo, nella tua zona di comfort e non ti permette di avanzare di un passo nella strada verso il tuo vero se’. Ti difende e ti protegge da un mondo percepito pericoloso e giudicante, che in realtà riflette solo i giudizi che tu hai verso te stesso. E così terrorizzante il processo di scoperta del tuo se’ autentico che piuttosto di tentare e avanzare sul tuo glorioso cammino, tu rimani fermo, tranquillo e sicuro, perché ti senti non all’altezza. Ecco a me è accaduto esattamente così. Ci ho messo un po’ a capire che queste erano tutte scuse e che in realtà la strada per la libertà è difficile ed in salita. Non si arriva alla libertà interiore parlando o solo leggendo libri di crescita personale, ci si arriva agendo, avendo il coraggio di provare, proprio quando abbiamo paura. Mostrando sé stessi in maniera autentica al mondo, dandosi il permesso di sbagliare e anche di fallire e per questo continuando ad amarsi e perdonarsi. Noi siamo i peggiori tiranni di noi stessi e piuttosto che aprirci al nostro giudizio rimaniamo fermi e tranquilli, ripetendo passi di un cammino che conosciamo e sul quale ci misuriamo come pecore. Un cammino scritto per noi da altri, non avendo noi il coraggio di trovare il nostro. Ho visto tutto questo dentro di me, ho visto come la voce del mio tiranno interiore fosse la voce di mio padre, di mio nonno, dei miei professori e dei miei amici che da bambina mi prendevano in giro. Ho ascoltato le loro voci e dal profondo del mio cuore mi sono perdonata e amata, per aver fallito, per essere caduta, per non essere stata perfetta, per essere stata derisa e anche umiliata. Ma adesso è arrivato per me il momento di rialzarmi, di non sentirmi più comodamente inadeguata e di mostrare il mio vero se’ al mondo. Auguro a te di iniziare a fare lo stesso. Con affetto VALERIA LEOPARDI LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. Δ Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL MIO PROFILO LINKEDIN

IL MIO PROFILO LINKEDIN – L’immagine professionale – I giorni scorsi sono stata nuovamente messa alla prova, ho incontrato alcune persone ed ho dovuto parlare del mio ruolo professionale e del mio lavoro. Sono sincera. Ho fatto di tutto per fargli credere che ancora ero sul pezzo, che lavoravo a tempo pieno che il mio studio professionale andava bene e che potevo svolgere gli incarichi che volevano darmi senza problemi. Pensavo di essermi liberata dall’attaccamento al ruolo professionale e dal bisogno di riconoscimento, ma non è così. Vedi il mio precedente post L’ATTACAMENTO AL RUOLO PROFESSIONALE    Sono ancora in fase di disintossicazione e me ne rendo conto subito. Provo un senso di insoddisfazione, di malessere interiore . Iniziano i dubbi, le preoccupazioni e le paure. Una parte di me vuole sentirsi importante, avere la sicurezza del lavoro e del denaro, l’altra, quella vera, che sta conoscendo la libertà sa che la perderebbe per tornare ad indossare la maschera di professionista, della donna d’affari. “Quanto costa la libertà?” “ La libertà ti costerà la maschera che indossi, la maschera che sembra cosi’ comoda e cosi’ difficile da togliere non perché  ti stia particolarmente bene ma perché’ la indossi da troppo tempo” Florinda Donner. In maniera impaziente ho cominciato a sistemare il mio profilo su Linkedin, ho iniziato a pensare a come presentarmi al mondo per essere apprezzata. Più navigavo su Linkedin e più stavo male, mi paragonavo ad i miei ex colleghi, i miei conoscenti con ruoli altisonanti, tutti che raggiungono successi, tutti che sembrano vittoriosi ed io che mi sentivo sempre peggio. Così facendo il mio malessere aumentava. Ed il motivo è chiaro ed è sempre lo stesso. L’amore di sé. Non puoi trasferire il tuo potere personale all’esterno tradendo chi sei veramente. Non puoi chiedere inconsciamente conferme agli altri per avere una buona opinione  di te stesso. Non puoi misurare il tuo valore in base al tuo successo professionale o al livello del tuo stipendio. Tutto questo ti farà soffrire enormemente, perché avrai anteposto gli altri a te ed il tuo Cuore lo sentirà. Io almeno ormai lo sento subito. La ricerca di approvazione veramente è come un veleno in cui ci hanno immerso, che ci schiavizza e ci opprime. Bisogna essere risoluti per rendersene conto perché prende mille sfaccettature e si manifesta in tanti comportamenti diversi. La cura è l’amore di sé. Credere in sé stessi e nella propria verità, anche e soprattutto quando le cose vanno storte, quando gli altri non ci capiscono. Smettere di sentirsi superiori o inferiori, smettere di competere per vincere. Uscire dal giudizio, abbassare le pretese, ascoltarsi con benevolenza. Insomma nei giorni scorsi sono ricaduta nell’illusione del successo ma ormai me ne rendo conto molto velocemente. Non sono ancora pronta per reimmergermi nel lavoro, perché il mio vero me non si è ancora stabilizzato, sono ancora in via di disintossicazione e guarigione. Ma di sicuro non sceglierò lavori per ridarmi un ruolo altisonante, né mi piegherò per avere un lauto stipendio. Al momento la mia strada non è ancora chiara, inizio ad avere dei barlumi e delle intuizioni. A volte provo ansia e vorrei subito prendere iniziative, ma ho capito che farei passi falsi. In questi mesi quando mi sono data fretta ho commesso spesso errori. Vedi il mio precednete post LA FRETTA. So che solo rispettando me stessa e rimanendo autentica fino alla fine posso trovare la mia Via e  farà bene a me ed anche a tutti quelli che mi sono vicino. Non dovro’ piu’ competere con nessuno ne’ mostrarmi diversa da come sono per cercare apprezzamenti. Con affetto Valeria LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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ESSERE UN DEGNO AVVERSARIO

ESSERE UN DEGNO AVVERSARIO – La partita a tennis- La scorsa domenica mattina, sono andata a fare una partita di tennis. Ho giocato a tennis quando ero ragazzina e riprendere non è stato semplice. Sono emerse tante insicurezze: Sono troppo grande? Riuscirò a giocare? Farò brutta figura? Ho cmq deciso di provare e nonostante la paura ed i timori ho ricominciato. Ed ho fatto la scelta giusta. Quando ho iniziato le lezioni, lo scorso ottobre, ero decisamente con qualche chilo di troppo e del tutto fuori allenamento. Facevo fatica a correre ed ero piuttosto goffa e impacciata. Molte palline andavano fuori o a rete ma lentamente ho iniziato a ricordarmi come si giocava. Voglio ringraziare di cuore i miei compagni di allenamento per lo spirito ironico e giocoso con cui mi hanno accolta ed i miei allenatori che non hanno avuto pretese di risultato e hanno lasciato che migliorassi con i miei tempi, lasciandomi sbagliare e ironizzando sulle mie gaff. Chi mi conosce sa che per anni ho corso, fino ad arrivare con grande fatica a correre la mezza maratona. Mi dicevo che mi piaceva correre ma era vero il contrario! Non mi divertivo affatto e correvo per ottenere un risultato, dimostrare a me stessa di potercela fare, forse in fondo per sentirmi  superiore a tutti quelli che non correvano. Mi vantavo dei miei risultati ed ero, anche se non lo sapevo, in cerca di appovazione (vedi il mio post IL BISOGNO DI PIACERE). Gareggiare, migliorare i miei tempi, dimagrire, rimanere al passo col gruppo. Che fatica!!! Spesso non riusciamo ad ammettere che ciò che desideriamo, in fondo non fa per noi. Smettere di correre poteva sembrare una sconfitta al mare di corridori scattanti con cui mi allenavo, ma per me è stata invece una vittoria. Un altro modo di dire NO all’immagine grandiosa di me che volevo dare agli altri e un grande SI a me stessa. Giocare a tennis è una sfida continua non con il tuo avversario, ma con te stesso. Tante insicurezze profonde emergono durante l’allenamento e ancora di più in partita. A tennis puoi vincere solo se credi in te stesso. Altrimenti per quanto tecnicamente tu sia bravo la tua insicurezza emergerà e ti farà sbagliare quando meno te lo aspetti. Non puoi mentire a te stesso dicendoti sono forte, sono bravo, ecc… L’insicurezza è più profonda e non va via così facilmente. Questa mattina durante la partita ho percepito con chiarezza tutta la mia insicurezza, la paura di sbagliare, la paura di fare brutta figura, di essere umiliata e in fondo di vergognarmi.. Ho giocato con Alessandro un ragazzo giovane, alto, magro e in forma e prima di accettare la sfida ho avuto molti dubbi e tante paure. Ma ho capito che era una prova ed ero decisa ad affrontarla. Questa mattina la cosa migliore che potevo fare era dare il meglio di me, e non per vincere ma essere un degno avversario. Il degno avversario è una persona che non vuole distruggerti, umiliarti o ferirti, ma che da’ il suo meglio affinché anche tu possa tirare fuori il meglio di te ed anche tu cresca. Se avessi ceduto alla mia insicurezza e avessi mostrato l’immagine di me goffa e perdente, avrei fatto del male a me ma anche ad Alessandro. Mi sono impegnata, ho accettato i miei errori, osservato la mia insicurezza ed ho continuato. Il risultato della partita non conta più per me perché so di aver fatto il mio meglio. Tirare fuori la parte migliore di noi stessi è un nostro dovere perché stimola anche gli altri a migliorare. Impegnarsi per crescere ed evolvere è ascoltare la nostra spinta interiore che ci porta fuori dalla nostra comfort zone e che spinge anche gli altri a fare lo stesso. Se rimaniamo chiusi, intimoriti e comodi nelle nostre insicurezze, non solo tradiremo noi stessi ma non daremo agli altri a possibilità di evolvere quando ci incontreranno nel loro percorso. Io voglio essere un degno avversario, e non solo a tennis. Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL BISOGNO DI PIACERE

IL BISOGNO DI PIACERE – Un edulcorante artificiale – Ho sempre cercato approvazione. Per me è sempre stato così e nella ruota del criceto è così per tutti. Fintanto che non ho iniziato ad ascoltare i miei veri bisogni c’è sempre stata una parte di me che ha ricercato l’attenzione dagli altri e che soffriva quando non la riceveva. E questo anche nel lavoro. Ci sono tanti modi per richiamare l’attenzione ed io credo di conoscerli quasi tutti. Ecco una breve lista: quando sorrido senza motivo, quando racconto qualche episodio incredibile della mia Vita, quando tendo ad esagerare, quando mi vanto dei miei successi personali, quando voglio apparire speciale, quando mostro di sapere cose che gli altri non sanno.  Per esempio hai saputo cosa è successo Francesca??? Parlare degli altri è un ottimo modo per attirare attenzione su di sé,  perché tu sai qualcosa che gli altri non sanno e questo attira la loro attenzione e tu ti senti, per un breve momento, speciale… E così via in una lista che potrebbe continuare a lungo. Il bisogno di approvazione può essere celato o più evidente, ma è comunque presente. È come un anestetizzante che si prende per evitare di provare il dolore che deriva dalla mancanza di valore personale. Un edulcorante artificiale che ti allontana da te stesso e dall’amore per te stesso. Il valore di sé è un tema profondo che determina le nostre scelte ed i nostri comportamenti. Ricordo bene in ufficio, quando parlavo e scherzavo con un mio collega molto simpatico e come lui diventasse incredibilmente serio per rispondere alle email che gli arrivavano (anche io facevo lo stesso). Percepivo la tensione sul suo viso e nel suo sguardo. Gli domandavo: “Che cosa ti hanno scritto? Che è successo?” Per poi scoprire che il contenuto delle email non era così importante, ma per lui sì lo era. Per lui era veramente serio. Nella ruota del criceto è tutto importante, è tutto urgente e tutto è grave. Ho iniziato a percepire che c’era qualcosa che non andava. Non lavoravamo in cardiochirurgia e questo senso di urgenza e gravità era fittizio, ma contribuiva tremendamente a darci il nostro senso di importanza personale. E’ questa  una grande illusione della ruota del criceto. Tutto questo ha contribuito a farmi credere che il lavoro che svolgevo fosse tremendamente importante e di conseguenza  anche io lo ero. Il mio ruolo professionale si era fuso con la mia identità. Il mio lavoro era chi io fossi e non cosa facessi. Nella nostra società questa distinzione non esiste quasi più e quindi quando ho mollato il lavoro ho perso tutto il mio valore.   Se erroneamente senti che il tuo lavoro ti dà il tuo valore come persona, ci rimani aggrappato a tutti i costi, pur di non dover affrontare la perdita di importanza personale… La Vita che’ una Maestra sa che tutto questo è un’illusione e prima o poi inizia a portarti via le cose a cui ti aggrappi…tra cui il lavoro. Ed in questo periodo credo stia accadendo a molte persone.  Allora quel vuoto da cui tutti fuggiamo ricompare all’orizzonte e  abbiamo solo due strade che possiamo percorrere, tornare indietro e cercare un altro lavoro (che ci schiavizzi nuovamente) o avere il coraggio e attraversare il vuoto da cui fuggiamo da sempre. Vedi il mio precedente post  E SE PERDO IL LAVORO Più agganci il tuo valore al lavoro e più ne diventi schiavo. Funziona esattamente come una droga, non ne puoi fare a meno perché altrimenti stai male. Il lavoro così diventa una schiavitù, ti fa male ma non ne puoi fare a meno. In inglese c’è la parola workaholic che descrive questo meccanismo. In italiano suona come stacanovista o maniaco del lavoro.  Diffidate di coloro che dicono di essere sempre impegnati. Vogliono esserlo (inconsciamente), perché non riescono più a fermarsi. E così si lavora sempre e si corre sempre. Non importa che lavoro faccio, l’importante e’ lavorare e correre. Dimostrare a sé stessi di essere importanti. Una promozione, un corso, un riconoscimento, un problema risolto. Qualcosa per essere apprezzati. Sto scoprendo che la spinta alla ricerca di approvazione si allenta dentro di me  quando ho il coraggio di vedermi veramente per ciò che sono, quando mi accetto anche nella sconfitta e negli errori. Quando mi perdono. Quando smetto di giudicarmi. Solo così posso essere libera e non mi interessa più dimostrare niente a nessuno. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO

SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO – Cosa accade dopo? – Ho trascorso circa 50anni ad inseguire obiettivi. Si inizia presto a correre nella ruota del criceto. Il meccanismo è così radicato che è impensabile pensare ad un modo di vivere differente, almeno qui in Occidente e sicuramente qui in Italia. La corsa inizia da subito, da bambini. Si inizia a correre per essere bravi e buoni a casa, per prendere bei voti a scuola, per riuscire nello sport. E così via in una corsa senza fine all’inseguimento del successo, di un titolo di studio, di un certificato, del lavoro e del successo. La spinta è una ed una sola essere apprezzati, approvati e in fondo amati. Siamo figli dei nostri genitori che a loro volta hanno corso e forse corrono ancora nella stessa ruota.  Dato che apprendiamo per modelli in fondo abbiamo ricevuto solo quello che loro conoscevano e sapevano fare. E così chissà da quante generazioni. Sicuramente c’è stato un tempo in cui la ruota non girava o almeno non così velocemente. La verità è ben diversa ma è così spaventosa che nessuno osa fermarsi a riflettere. Insomma dopo aver trascorso quasi 50anni a correre la Vita è venuta in mio aiuto e mi ha spinto a fermarmi. Ed è stato come morire.  Qualcuno credo si suicidi veramente. Fortunatamente mi sono aggrappata a chi in passato ha percorso questo cammino prima di me, persone di fede che hanno lasciato testi importanti. Pensavo veramente di impazzire ma di una cosa ero sicura non potevo più tornare indietro. E’ così,  quando si esce dalla ruota e la si osserva con un po’ di distacco se ne vede tutta la follia e non si è più disposti a tornare indietro. Si ma cosa accade dopo? Vivere inseguendo dei risultati e degli obiettivi è un metodo che ci fa sentire sicuri e ci fa sentire parte della società umana in cui viviamo.  Soprattutto ci anestetizza da un vuoto esistenziale che emerge appena ci fermiamo e che è molto doloroso. Su questo vedi il mio post E SE PERDO IL LAVORO. Il senso di appartenza è collegato alla nostra sopravvivenza, per cui se tutti fanno così non può che essere così. La verità è ben altra ed il malessere interiore che proviamo ne è un chiaro sintomo. E poi in fondo siamo tutti consapevoli che questo modo di vivere è perverso, forse un inganno diabolico. Basta guardarsi intorno. La prima cosa che accade quando si scende dalla ruota del criceto è dover affrontare le nostre più grandi paure. La paura dell’ignoto, la paura della povertà, il senso di impotenza dovuto alla perdita del lavoro e del ruolo professionale e abbracciare l’incertezza…. Insomma tutto quello che abbiamo evitato per una Vita intera e da cui la società ci tiene lontani distraendoci in ogni modo. Per molti tutto questo emerge con l’arrivo della pensione o con la perdita del lavoro, per altri molto prima. Per evitare il malessere si ricorre a distrazioni di ogni tipo, in primis il cellulare, le chat, i social… poi se non basta piu’ alcol e perfino droghe. In questa fase si può ricorrere all’aiuto di un terapeuta, ma forse non basta. La chiamata e la prova sono del tutto personali, come sono personalissime le nostre paure. Ma una cosa è certa emergeranno ed è per questo che io definisco questo cammino, il cammino dell’eroe. In passato questo periodo veniva definito la NOTTE BUIA DELL’ANIMA, un periodo in cui cadono le certezze ed i pilastri su cui si è costruita la propria vita e si affronta il vuoto. Personalmente ho tentato fino alla fine di evitare di attraversare questo percorso, ma la Vita mi ha portato lì e ho percepito chiaramente la spinta della Vita che voleva farmelo affrontare. E’ stato come cadere in un burrone, con me che mi agitavo per rimanere aggrappata e non cadere. Ho mollato il lavoro, il ruolo professionale, il paese che amavo, la casa dove abitavo, i miei amici… e mi sono trovata sola con me stessa. Scoprire che non ero la persona che mostravo al mondo, che indossavo una bella maschera per essere conforme al ruolo e all’immagine che volevo dare al mondo, non è stato facile.  Ma la mia maschera lentamente si è rotta e finalmente sta emergendo la mia vera me, le mie aspirazioni autentiche, i miei bisogni veri ed il messaggio che voglio dare al mondo. È un processo graduale e lento. Si iniziano ad avvertire dei momenti di benessere non collegati a risultati particolari, una sorta di pace che in realtà rispecchia la pace fatta con sé stessi. Si allenta la presa e non ci si giudica più cosi duramente. Ci si osserva di più, si è più benevolenti con sé stessi e di conseguenza anche con gli altri. Non ci si danno obiettivi pressanti, le preoccupazioni si allentano ed in generale ci si rilassa. Forse e’ questa la fede vera, sapere che qualcun penserà a te. Le cose piccole diventano importanti. Ci si dedica del tempo. Ecco in questo stato anche il lavoro cambia. Fare qualcosa che non si ama fare è impossibile perché e’ impossibile fare del male a sé stessi. Insomma tutto cambia perché sei cambiato tu. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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IL POTERE TRASFORMATIVO DELLA CREATIVITA’

IL POTERE TRASFORMATIVO DELLA CREATIVITA’ – Il mio incontro con Manuela – Chi conosce la mia storia sa che vengo dal mondo freddo, rigido, organizzato e iper-competitivo della Finanza e dell’Amministrazione d’azienda. In questi giorni al mercatino di Artena sto avendo il piacere di conoscere personalmente molti di voi artigiani, hobbisti e creativi e di immergermi in un ambiente completamente diverso: un mondo colorato e accogliente fatto di artigiani, hobbisti e creativi. Qui sto scoprendo il potere trasformativo della creatività, che si esprime attraverso le connessioni umane e l’autenticità delle vostre creazioni fatte a mano. La scorsa settimana ho conosciuto Manuela, una bellissima donna, solare, sorridente e piena di energia che in pochissimi minuti mi ha trasmesso tutto il suo coraggio e la sua voglia di vivere. Manuela è una hobbista e da qualche tempo dipinge i sassi e fa dei lavori di pittura e composizione con i sassi. Anche se non me ne ha parlato apertamente ho capito che Manuela ha una storia difficile alle spalle e che con forza ne è uscita. E’ arrivata piena di scatole pesanti, ma non si è arresa ed ha allestito la sua bellissima cantina. Ci siamo presentate e abbiamo iniziato a chiacchierare. Poi mi ha colpito al cuore con ciò che mi ha detto: ‘ Sai Vale, ho iniziato a dipingere i sassi per gioco, ma adesso non posso farne più a meno perché questa è una Cura per l’Anima’.  Nonostante le difficoltà, ha trovato nella sua arte un modo per esprimersi e superare le sfide della vita. Immergersi nel proprio mondo creativo è una strada fondamentale da percorrere, anche in un contesto dove il globalismo spesso soffoca i nostri bisogni autentici. Noi ci impegniamo a sostenere gli artigiani e i creativi, ci stiamo impegnando per questo, stiamo migliorando il nostro progetto e non molleremo. Il 2025 sarà un anno importante, in cui inizieremo a raccogliere i frutti del nostro lavoro collettivo. Rimaniamo uniti in questo percorso, per il nostro benessere e per costruire insieme un futuro più autentico. Buon Anno Nuovo!! Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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PROMOZIONE E VALORE

PROMOZIONE E VALORE – Un ostocalo verso il successo- La scorsa settimana ho avuto il piacere di incontrare un gruppo di miei ex colleghi che non vedevo da molti anni. Sono stata molto felice di rivederli e di sapere che avevano avviato, ormai da più di 10 anni, una bella attività di Web design e creatività grafica. Ho deciso di andarli a trovare nel loro ufficio. Un bellissimo spazio in co-working nella zona Nord di Roma. Mi hanno chiesto un supporto per rilanciare la loro attività che da qualche anno era stabile e non dava segni di crescita. Sono un team veramente in gamba, con tanta esperienza, molto professionali e che svolgono la loro attività con passione e dedizione. Da subito ho notato la loro capacità di afferrare velocemente i bisogni dei loro clienti, cercare delle soluzioni concrete e fare del loro meglio per risolverli. Nonostante le loro innegabili competenze professionali e la loro passione per il lavoro, la loro attività e’ ‘ferma’. Non da grandi segni di miglioramento né segnali di crescita importanti. Insomma si trovano in una sorta comfort zone da cui non riescono per ora ad uscire. Durante il nostro colloquio di gruppo e’ emerso che tutti hanno la tendenza a sottovalutarsi. Non riescono a vedere quanto siano capaci, validi e professionali e di conseguenza non riescono a promuoversi, mostrarsi e farsi pubblicità. Tutti i loro clienti sono arrivati con il classico ‘passaparola’ senza aver fatto loro alcuna attività promozionale. Il tema del valore è centrale anche in questo caso. Non riconoscere i propri meriti e focalizzare l’attenzione solo sugli errori è un meccanismo frenante che blocca lo sviluppo del nostro lavoro e del nostro business. Può succedere a chi è alle prime armi ma anche a chi lavora da molti anni. E’ fondamentale lasciare alle spalle tutto ciò che ci minimizza, ci sottovaluta e riduce il nostro valore per avanzare coraggiosamente nel nostro lavoro e mostrarci con autenticità sul mercato. ***Chi lavora per passione deve emergere, essere visibile e farsi coraggiosamente conoscere.*** Deve dare valore in primo luogo a stesso e di conseguenza anche al proprio lavoro. Tutto questo è di cruciale importanza anche perché tutti coloro che lavorano avendo come unico scopo il profitto si promuovono sempre, cercano la visibilità per aumentare i loro guadagni e spesso ci riescono. Mai come in questi tempi è necessario che chi lavora con il Cuore riconosca il proprio valore e si mostri coraggiosamente. Solo così può aumentare il nostro raggio d’azione e le potenzialità di far del bene a noi stessi e agli altri. Il nostro circuito sostiene il benessere e promuovere chi lavora con il Cuore ne è una parte importante. Puoi iniziare a farti conoscere Con Affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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