ansia

SAPER DIRE NO… AD UN NUOVO CLIENTE

sapere dire no… ad un potenziale cliente – La fermezza interiore – Nei giorni scorsi ho supportato un mio caro amico in una trattativa commerciale molto dura. Il mio amico Giosuè è titolare di una ditta edile e sta riavviando il suo business dopo un periodo di stallo. Premetto che essere imprenditori oggi significa essere dei combattenti, perché le difficoltà che il nostro sistema ha posto intorno all’attività imprenditoriale di piccole e medie dimensioni sono tali da rendere veramente difficile il sostegno e la crescita aziendale. Giosuè è un uomo d’azione e ogni giorno vive la sua giornata come se fosse al fronte. Gli operai da seguire, i fornitori da saldare, la documentazione amministrativa e burocratica da avere sempre in regola, la sicurezza sui cantieri con tutti i suoi vincoli e ovviamente i clienti da soddisfare. Nelle scorse settimane si è affacciata all’orizzonte la possibilità di effettuare lavori in un grande cantiere a Genova per conto di un importante gruppo industriale. Giosuè è andato subito in agitazione, perché consapevole delle difficoltà che sta attraversando, non voleva farsi certo sfuggire questa occasione. Abbiamo strutturato un’offerta commerciale che fosse sufficiente a coprire tutti i costi del cantiere, a lasciare un buon margine di profitto per l’azienda, specificando le nostre condizioni di pagamento. Sicuri del nostro lavoro abbiamo trasmesso la nostra proposta a questo gruppo industriale e subito e’ iniziato un pressing pesante su Giosuè. Questo nuovo potenziale cliente lo ha chiamato innumerevoli volte con diverse richieste: rivedere i prezzi (ovviamente al ribasso), i termini di pagamento e le condizioni che avevamo richiesto. Giosuè è entrato subito in agitazione per la paura di perdere questa commessa. Voleva rimodulare l’offerta riducendo drasticamente il margine dell’azienda e accettando termini di pagamento insostenibili. La sua ansia è aumentata notevolmente ma ho cercato di farlo rimanere fermo nella sua posizione. Purtroppo questo accade spessissimo nelle trattative commerciali dove i grandi gruppi, i grandi potenziali clienti, la fanno da padrone e dove i piccoli sono schiacciati e acconsentono a condizioni a volte inaccettabili pure di concludere l’affare. Tutto questo è sbagliatissimo, sotto tanti punti di vista e può causare sul medio lungo termine il fallimento di un’attività. Quando si determina un prezzo (vedi il mio precedente post IL MIO LISTINO PREZZI) ci sono due variabili fondamentali da valutare: Il valore che attribuisco a me stesso e al mio lavoro: se mi sottostimo è molto probabile che il mio listino sarà basso e che nelle trattative commerciali tenderò a svilirmi ed accettare tutto pur di concludere una vendita e guadagnare. Il prezzo medio del mercato: guardiamo la ns stretta concorrenza, cosa fa il ns vicino nello stesso settore, perché non sono i miei costi a determinare il prezzo del mio prodotto ma lo fa il mercato. La paura del futuro e l’ansia che ci genera la mancanza di certezza. Non ne sentirete parlare nei corsi di Business management ma se il mio bisogno di  sicurezza determina le mie scelte e’ probabile che saro’ molto piu’ insicuro e accettero’ condizioni anche sfavorevoli pur di avere la certezza dell’affare e del flusso di denaro collegato. Come sapete ritengo che il nostro mondo interiore sia la prima leva di sviluppo di un business ed e’ fondamentale non perdere mai l’attenzione sull’importanza di noi stessi e del valore del nostro lavoro.   Accettare condizioni di vendita che sentiamo dentro di noi non rispettarci, non valorizzarci è umiliante e dannoso per noi stessi in primis ma anche per il nostro lavoro. Ci si concentra solo sui soldi e non si vedono più tutte le conseguenze di queste scelte: ad esempio accettare un ambiente di lavoro insostenibile o un cliente insopportabile. La paura è sempre la stessa: “E’ Vale ma ho bisogno di soldi!” E così ci abbassiamo sempre di più, non sapendo che quando dico un NO, sto aprendo un SI a qualcos’altro che sta per arrivare. Per un imprenditore la paura di perdere un nuovo potenziale cliente è enorme e spesso la perdita di un cliente è associata ad un piccolo o grande fallimento. Non sono d’accordo. Farsi rispettare, rimanere fermi, dimostrare il proprio valore e la stima per se stessi sono un successo interiore importantissimo. Non ci si può vendere per denaro. Più ci prostriamo al denaro, più ne diventiamo schiavi ed il processo parte proprio dall’accettare condizioni sempre più svantaggiose per paura. Quando sono uscita dalla Ruota del Criceto una parte di me che aveva paura di non valere più nulla avrebbe accettato di tutto pur di poter di riprendere un ruolo professionale, poter dire io valgo e ricominciare a guadagnare. Ma non l’ho fatto. Ho vissuto la mia croce. Non è detto che per tutti sia così, ma il coraggio di sapere dire NO di fronte a richieste inaccettabili dona a tutti la stessa fiducia e libertà. Con affetto VALERIA LEOPARDI LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. Δ Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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IL POTERE PERSONALE

IL POTER PERSoNALE – Primi passi per ritrovarlo – “DIO DAMMI LA SAGGEZZA DI ACCETTARE LE COSE CHE NON POSSO CAMBIARE, IL CORAGGIO DI CAMBIARE QUELLE CHE POSSO E LA SAGGEZZA DI SAPERLE DISTINGUERE” – Reinhold Niebuhr Mio marito spesso mi accusa di non informarmi abbastanza. Soprattutto nel periodo del Covid ho avuto dei momenti di chiusura quasi totali verso l’informazione. Percepivo benissimo le ondate di paura, dolore e tristezza che venivano trasmesse dai mass media e per evitare di far nascere dentro di me emozioni negative, ho chiuso i canali di comunicazione. Ma tu sei fuori dal mondo! Mi urlava. Si era vero. Mi ero isolata per cercare di rimanere salda nella mia vita quotidiana e non essere travolta dall’ansia. Non ero pronta ad ascoltare le notizie senza che avessero un impatto negativo sulla mia emotività. Non sapevo ancora distinguere ciò che è reale da ciò che è l’immaginario collettivo. All’epoca non capivo bene che cosa mi stesse accadendo, adesso lo so con esattezza. Stavo proteggendo la mia coscienza. Sto imparando che l’unica cosa su cui abbiamo veramente responsabilità è il nostro stato interiore. Per stato interiore intendo il nostro flusso di pensieri, le emozioni collegate, le parole che ne derivano e le nostre azioni che ne sono una conseguenza. Ricevere delle notizie che ci preoccupano, ci rattristano e ci spaventano senza avere nessuna possibilità di intervenire su di esse, genera frustrazione, paura e rabbia. Stati negativi che ci invadono e che sono anche contagiosi. Sui social media i miei amici rimbalzavano notizie spaventose, non sapendo che così stavano amplificando la portata delle ondate di angoscia e preoccupazione. Nella Ruota del criceto la nostra attenzione è direzionata verso ciò che è lontano, astratto, impossibile da raggiungere, su cui non abbiamo nessuna possibilità di intervenire e che dipende sempre da qualcun altro. Un assassino, un politico, un virus, una qualsiasi entità che noi non conosceremo mai. Miriadi di messaggi di ogni tipo vengono immessi nel nostro sistema, e tutto ciò con lo scopo di riempire la nostra testa di informazioni, renderci spaventati e farci sentire impotenti. Sto scoprendo che uno dei pilastri della ruota del criceto è e distrarci continuamente per non farci ritrovare il nostro potere personale. Ritengo ciò la causa del malessere diffuso nonché del caos in cui viviamo. Ma torniamo al periodo Covid.  A cosa mi sarebbe servito conoscere il numero dei morti giornalieri (sempre che il dato fosse stato reale), se non ad aumentare la mia ansia e la mia angoscia? Nella ruota del criceto il 99% delle nostre decisioni sono mosse dalla preoccupazione, e più viviamo nella paura più siamo manipolabili. In passato, ma mi capita ancora oggi, mi perdevo nell’astrazione mentale. Pensavo di poter intervenire su macro temi, di fare grandi progetti, di risolvere i problemi del mondo. Ma dato che tutto ciò non è realmente possibile, tutto finiva in frustrazione, lamentela e critica. Di fatto non cambiava mai nulla ed io continuavo a correre nella ruota, in uno stato di malessere profondo verso obiettivi che non arrivavano mai (su questo vedi il precedente post SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO) Oggi so che l’unica cosa sui cui posso agire veramente sono io. Il mio stato di coscienza è tutto ciò che conta. Assumersi la responsabilità di sé stessi, dei propri pensieri, delle proprie emozioni, delle proprie parole e delle proprie azioni e’ tornare ad esercitare il nostro vero potere personale. Che abbiamo perso. Invece di essere persi in pensieri inutili, in preoccupazioni di ogni tipo, nell’immaginazione negativa torniamo alla realtà, alla nostra vita reale, al nostro presente. Torniamo a noi stessi. Questa è nostra unica responsabilità, tutto il resto non ci appartiene. Anzi direi che forse neanche esiste. Fa parte dell’immaginario collettivo che tanto ci allontana da cio’ che e’ reale e da noi stessi. “LA VITA DI OGNUNO E’ FATTA DI PICCOLE COSE. LA GRANDEZZA E’ UN’ASTRAZIONE MENTALE ED E’ UNA DELLE FANTASIE FAVORITE DELL’EGO” – Eckharte Tolle. Oggi leggo le informazioni con più distacco, mi interesso di ciò che accade nel mondo ma non è nel Mio Mondo e forse nemmeno in quello di chi me lo racconta. Non potrò mai sapere se è vero.   Il mio mondo interiore invece è reale. Da lì prendo decisioni più consapevolmente ed è lì che risiede il mio potere ed il timone da cui dirigo la mia Vita. VALERIA LEOPARDI LASCIA UN COMMENTO Annulla risposta Connesso come VALERIA. Modifica il tuo profilo. Uscire? I campi obbligatori sono contrassegnati * Message* Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. Δ Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali.   Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :

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SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO

SCENDERE DALLA RUOTA DEL CRICETO – Cosa accade dopo? – Ho trascorso circa 50anni ad inseguire obiettivi. Si inizia presto a correre nella ruota del criceto. Il meccanismo è così radicato che è impensabile pensare ad un modo di vivere differente, almeno qui in Occidente e sicuramente qui in Italia. La corsa inizia da subito, da bambini. Si inizia a correre per essere bravi e buoni a casa, per prendere bei voti a scuola, per riuscire nello sport. E così via in una corsa senza fine all’inseguimento del successo, di un titolo di studio, di un certificato, del lavoro e del successo. La spinta è una ed una sola essere apprezzati, approvati e in fondo amati. Siamo figli dei nostri genitori che a loro volta hanno corso e forse corrono ancora nella stessa ruota.  Dato che apprendiamo per modelli in fondo abbiamo ricevuto solo quello che loro conoscevano e sapevano fare. E così chissà da quante generazioni. Sicuramente c’è stato un tempo in cui la ruota non girava o almeno non così velocemente. La verità è ben diversa ma è così spaventosa che nessuno osa fermarsi a riflettere. Insomma dopo aver trascorso quasi 50anni a correre la Vita è venuta in mio aiuto e mi ha spinto a fermarmi. Ed è stato come morire.  Qualcuno credo si suicidi veramente. Fortunatamente mi sono aggrappata a chi in passato ha percorso questo cammino prima di me, persone di fede che hanno lasciato testi importanti. Pensavo veramente di impazzire ma di una cosa ero sicura non potevo più tornare indietro. E’ così,  quando si esce dalla ruota e la si osserva con un po’ di distacco se ne vede tutta la follia e non si è più disposti a tornare indietro. Si ma cosa accade dopo? Vivere inseguendo dei risultati e degli obiettivi è un metodo che ci fa sentire sicuri e ci fa sentire parte della società umana in cui viviamo.  Soprattutto ci anestetizza da un vuoto esistenziale che emerge appena ci fermiamo e che è molto doloroso. Su questo vedi il mio post E SE PERDO IL LAVORO. Il senso di appartenza è collegato alla nostra sopravvivenza, per cui se tutti fanno così non può che essere così. La verità è ben altra ed il malessere interiore che proviamo ne è un chiaro sintomo. E poi in fondo siamo tutti consapevoli che questo modo di vivere è perverso, forse un inganno diabolico. Basta guardarsi intorno. La prima cosa che accade quando si scende dalla ruota del criceto è dover affrontare le nostre più grandi paure. La paura dell’ignoto, la paura della povertà, il senso di impotenza dovuto alla perdita del lavoro e del ruolo professionale e abbracciare l’incertezza…. Insomma tutto quello che abbiamo evitato per una Vita intera e da cui la società ci tiene lontani distraendoci in ogni modo. Per molti tutto questo emerge con l’arrivo della pensione o con la perdita del lavoro, per altri molto prima. Per evitare il malessere si ricorre a distrazioni di ogni tipo, in primis il cellulare, le chat, i social… poi se non basta piu’ alcol e perfino droghe. In questa fase si può ricorrere all’aiuto di un terapeuta, ma forse non basta. La chiamata e la prova sono del tutto personali, come sono personalissime le nostre paure. Ma una cosa è certa emergeranno ed è per questo che io definisco questo cammino, il cammino dell’eroe. In passato questo periodo veniva definito la NOTTE BUIA DELL’ANIMA, un periodo in cui cadono le certezze ed i pilastri su cui si è costruita la propria vita e si affronta il vuoto. Personalmente ho tentato fino alla fine di evitare di attraversare questo percorso, ma la Vita mi ha portato lì e ho percepito chiaramente la spinta della Vita che voleva farmelo affrontare. E’ stato come cadere in un burrone, con me che mi agitavo per rimanere aggrappata e non cadere. Ho mollato il lavoro, il ruolo professionale, il paese che amavo, la casa dove abitavo, i miei amici… e mi sono trovata sola con me stessa. Scoprire che non ero la persona che mostravo al mondo, che indossavo una bella maschera per essere conforme al ruolo e all’immagine che volevo dare al mondo, non è stato facile.  Ma la mia maschera lentamente si è rotta e finalmente sta emergendo la mia vera me, le mie aspirazioni autentiche, i miei bisogni veri ed il messaggio che voglio dare al mondo. È un processo graduale e lento. Si iniziano ad avvertire dei momenti di benessere non collegati a risultati particolari, una sorta di pace che in realtà rispecchia la pace fatta con sé stessi. Si allenta la presa e non ci si giudica più cosi duramente. Ci si osserva di più, si è più benevolenti con sé stessi e di conseguenza anche con gli altri. Non ci si danno obiettivi pressanti, le preoccupazioni si allentano ed in generale ci si rilassa. Forse e’ questa la fede vera, sapere che qualcun penserà a te. Le cose piccole diventano importanti. Ci si dedica del tempo. Ecco in questo stato anche il lavoro cambia. Fare qualcosa che non si ama fare è impossibile perché e’ impossibile fare del male a sé stessi. Insomma tutto cambia perché sei cambiato tu. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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LA FRETTA

LA FRETTA – Il mio peggior nemico – “ IL SUCCESSO NON E’ QUALCOSA CHE PUOI OTTENERE DALLA VITA, IL SUCCESSO E’ UN PERCORSO INTERIORE” Wayne Dyer. Ho riletto questa frase tante, tantissime volte e non ho mai capito esattamente cosa significasse ne’ tantomeno cosa implicasse. Solo adesso inizio a coglierne la profondita’. Per iniziare a capire cosa significhi avere successo bisogna anzitutto imparare a fare silenzio. Perche’ tanti e tanti testi sacri parlano del silenzio come una risorsa fondamentale per l’uomo? “Il silenzio e’ la voce di Dio”, e’ citato piu’ volte. “Il silenzio e’ d’oro”, dice un proverbio. Raggiungere il silenzio e’ un traguardo difficile, molto difficile e bisogna essere focalizzati e determinati a volerlo raggiungere. Tutto intorno a noi e’ frastuono e distrazione continua.  Le chat, le email, le notifiche continue… un allarme dietro l’altro. E’ un pozzo senza fine di cose da fare, che più lo svuoti e più si riempie. Questo senso di urgenza continua, che genera un’ansia ed una fretta enorme in realtà e’ un artefatto. E’ una costruzione in cui siamo immersi e in cui ci dimeniamo come pesci che sbattono sul bagnasciuga.  E’ un artificio mentale, che, come un virus contagioso, si attacca da una persona all’altra. L’ansia nei nostri tempi ha raggiunto proporzioni epidemiche. Pochi giorni fa ero in un negozio ed una signora che non poteva uscire dal parcheggio a causa della mia macchina mi urla veramente infastidita: “Signora si sbrighi la sto aspettando da due minuti!” Come se due minuti fossero tanto, tantissimo tempo. Un tempo lunghissimo da non sprecare… Devo fare la spesa! Devo portare la macchina dal meccanico! Sbrigati! Ho una scadenza importante! Questi sono tutti fatti innegabili, ma nella mia vita di tutti i giorni sono imbevuti di un’ansia e di un’urgenza che generano uno stress mostruoso. Cosa accade se esco 10 minuti dopo a fare la spesa o se porto la macchina dal meccanico 1 ora dopo, o addirittura il giorno dopo? Cosa accadrebbe se invece di andare a passo svelto, rallentassi e mi godessi il paesaggio intorno? Forse niente, ma quando ho quel senso di fretta e di ansia dentro di me, diventa di fondamentale importanza correre per riuscire a fare tutto. Come se una forza mi spingesse dall’interno e come se non riuscissi piu’ a fermarmi. Un treno ad alta velocita’ che non sa piu’ bene dove sta andando, basta continuare a correre… In realta’ dietro la fretta e dietro l’ansia si nasconde tanta paura. Paura del fallimento, paura di perdere, paura di non farcela, paura in fondo di morire… Ed anche il silenzio fa paura. Perché nel silenzio, soli con noi stessi potremmo forse avere un barlume di verità, quello che in oriente si chiama ‘satori’ e capire che in fondo non c’è niente di così importante, grave o urgente. Che in fondo neanche noi siamo così importanti, che tutti gli obiettivi che ci diamo sono come una goccia di fronte ad un oceano che si muove secondo le sue correnti e allora potremmo finalmente abbassare la guardia e magari arrenderci e capire veramente che l’unica cosa da ‘fare’ e’ lasciarsi andare e seguire la marea… Potremmo friuscire a rilassarci e allora e solo allora, liberi dalla paura, potremo avere successo, perché saremo fermi nel rispettare noi stessi, le nostre necessità e i ns bisogni profondi. Saremo in grado di ascoltarci e forse di amarci e capiremo una volta per tutte che da soli non possiamo fare nulla e solo stando in armonia con gli altri e con il nostro mondo interiore potremo avere successo. E’ vero il successo e’ un fatto interiore e per arrivarci bisogna iniziare dall’amare noi stessi. Con affetto Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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L’ANSIA

L’ANSIA – Il mio viaggio tra lavoro e autenticita’ – Ammetto che da sempre nel lavoro soffro di ansia. L’ansia mi fa fare le cose velocemente e di fretta, e osservandomi, spesso quando lavoro sono preoccupata… Soprattutto in periodi come questi in cui ho un sovraccarico di lavoro perche’ stiamo organizzando il mercatino di Natale ad Artena, sviluppando al meglio il nostro marketplace, migliorando la promozione dei tuoi annunci, l’ansia torna a trovarmi… Ho cercato di capire a cosa fosse collegata questa ansia e dopo averci riflettuto un bel po’ ho capito che l’ansia ha due filoni principali: la PRESTAZIONE e il RISULTATO. L’ansia da prestazione mi spinge ad apparire all’esterno come una professionista, una persona competente ed equilibrata. Questa immagine di me arriva da lontano, dalla storia della mia vita professionale ma anche familiare e dentro di me sento una spinta a rimanere conforme ai miei metri di giudizio interiore. Sono stata educata a fare sempre del mio meglio, eppure il mio meglio non era mai abbastanza. Percepisco la tensione interna a volere far sempre bene, ad essere performante ad apparire professionalmente valida, al perfezionismo. L’ansia da risultato mi proietta invece sempre verso l’obiettivo, al domani e fantasticando su scenari futuri mi fa dimenticare il gusto del lavoro nel momento presente. In fondo queste ansie provengono dal profondo bisogno di riconoscimento, di essere apprezzati e ammirati per ciò che facciamo. Ognuno di noi prima o poi le sperimenta e si confronta con il proprio giudizio interiore e l’immagine di sé che vuole dare al mondo. Sono due compagne di viaggio con cui convivo da molti anni. Ho imparato a riconoscerle anche nelle tensioni del mio corpo, nel mio tono di voce, nelle mie espressioni facciali. Quando le provo tendo a chiudermi in me stessa e a isolarmi. Chiedere un supporto in quei momenti diventa veramente difficile. E’ per questo che oggi decido di condividere con te ciò che provo, perché anche io sono in cammino e questa Community che sta crescendo può essere autentica e umana in primis se lo sono io. Ti mando un abbraccio grande Valeria Precedente AUTORE: Valeria Leopardi Per molti anni ho lavorato nel settore della Finanza, Amministrazione e Controllo di Gestione in societa’ industriali e di servizio nel ruolo di Responsabile Amministrativo. Ho collaborato con Fondi d’investimento operanti nel settore delle energie rinnovabili, web marketing e agroindustriali. Da anni seguo percorsi di crescita personale e credo che integrare la propria crescita personale con la crescita imprenditoriale sia l’inizio del vero cammino verso il successo CONDIVIDI L’ARTICOLO SU :  

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